Mercoledì 30 ottobre si è tenuto nella sede di Via Varesina un incontro sul tema: “I beni confiscati alla mafia possono essere attivatori di volontariato giovanile?”
La sede di via Varesina è infatti un bene confiscato alla mafia e gestito da Mamme a Scuola dal 2018.
All’incontro hanno partecipato come relatori:
Elena Marta, Professoressa Ordinaria di Psicologia Sociale e di Psicologia di Comunità presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore Milano;
Sara Martinez Damia, psicologa phd e consulente di valutazione dell’associazione Mamme a Scuola;
Francesca Bartolone, laureanda in psicologia all’università Cattolica del Sacro Cuore di Milano.
Ha moderato l’incontro Monica De Luca, psicologa di comunità e coordinatrice dell’area coesione sociale e cittadinanza attiva per Mamme A Scuola.
Con uno sguardo attento e profondo, la professoressa Elena Marta ci ha portato nel mondo del volontariato attraverso una prospettiva, per usare le sue parole, che guarda e vede ‘sotto la crosta’. Ogni forma di volontariato ha valore, che sia regolare o frammentato, continuativo o sporadico.
In primis, cos’è il volontariato? Non certo buonismo ma la risposta a bisogni ai quali altri non rispondono. Alla base c’è l’accoglienza reciproca, il riconoscimento dell’altro per quello che è. Riconoscere all’altro pari dignità e fragilità. Il volontariato ha aspetti positivi sul sé – produce beneficio per gli altri e per me, questo è innegabile e sano! La fiducia, che è alla base del volontariato e dei legami sociali, serve per costruire il bene comune e per tutti per creare il proprio posto al mondo
Il volontariato crea relazioni, trasforma il bisogno, richiama ciascuno alle proprie responsabilità.
La sua logica è: io desidero costruire una relazione per attuare una logica di cambiamento non assistenziale ma costruttiva e generativa.
Il volontariato è azione politica, trasformativa e generativa, basato sulla fiducia, la tutela e la continuità.
Dopo l’intervento di Elena Marta, Sara Martinez Damia ha presentato le caratteristiche fondamentali di Mamme A Scuola, emerse nel corso delle valutazioni che lei ha condotto. Ha riportato le strategie utilizzate nei diversi ambiti in cui l’associazione agisce:
- in ambito educativo, riporta le strategie educative “frontaliere” e la genitorialità multiculturale che promuove;
- in ambito lavorativo ha raccontato le esperienze di sviluppo delle competenze professionali per le donne che frequentano l’associazione e le modalità attivate per rendere il lavoro “pensabile” per le donne;
- in ambito comunitario rientrano le esperienze di orientamento ai servizi e alle opportunità offerte culturali dalla città di Milano e il senso di appartenenza al territorio che le attività proposte perseguono.
Infine, Francesca Bartolone, ha presentato i principali risultati della ricerca qualitativa che ha condotto con due gruppi di volontari di mamme a scuola: un gruppo di volontari arrivati spontaneamente al volontariato e un gruppo di studenti in PCTO (Ex alternanza scuola-lavoro).
Attraverso dei focus group ha indagato diversi aspetti, tra i quali la relazione tra la fase dell’adolescenza e l’esperienza del volontariato, le motivazioni alla base della scelta di intraprendere un’esperienza di volontariato in un bene connotato come quello di mamme a scuola.
Così come ci si aspettava, i volontari spontanei si sono dimostrati fin dall’inizio maggiormente interessati al progetto e più consapevoli della storia del luogo, a testimonianza del fatto che, per loro, il contesto specifico ha giocato un ruolo determinante nella scelta di impegnarsi in questo percorso e nel voler dare il proprio contributo per il benessere della comunità.
Dal confronto con il gruppo di volontari PCTO è emerso tuttavia che, sebbene inizialmente non fossero a conoscenza della storia del luogo, dopo il percorso di formazione volto a chiarire il significato del progetto e le attività da svolgere, la natura del luogo ha assunto un valore simbolico importante, diventando un punto di riferimento per la loro esperienza di volontariato.
Per concludere, dalla ricerca è emerso che i volontari hanno riscontrato nel riutilizzo sociale del bene un importante veicolo di valori anti-mafia e un mezzo di riscatto e rinascita sociale. Il volontariato, insieme al riutilizzo del bene confiscato, incarna il concetto di resilienza comunitaria, dove la comunità si rigenera e si rafforza dopo le difficoltà.